I Laederbraun sono un gruppo di quattro musicisti provenienti da Lecco. Il loro nome deriva dall’arcaico e significa “trasformare il piombo in oro” secondo l’alchemia. Si può dire sicuramente che, durante l’ascolto attento della loro musica, questi 4 bravi musicisti ti scagliano addosso il “piombo-metal” delle loro chitarre mentre avviene in modo caldo e melodico la fusione di questo piombo in un “oro senza guerre”: è l’oro puro della voce melodica e potente di Michele Tombini (Cantante), il quale trasmette nei testi scritti dalla band tutta la rabbia contro le guerre nel mondo. E qui s’incentra la “mission” dei Laederbraun: sì alla pace e basta guerre, un ideale portato avanti in molte delle loro canzoni (tra cui la notevole: “Il Crepuscolo Degli Dei” che lamenta la fine di ogni speranza perchè in fondo la vita non ci appartiene). Il filo continuo contro i soprusi e le guerre si snoda nel loro intero album”Dies Irae” (latino: “Il giorno dell’ira”), unico album pubblicato su Jamendo che conta in tutto 9 tracks. “Dies Irae” è realmente un lavoro hardrock/metal che però non conosce mai ritmi straveloci o urli forsennati: in fondo qui basta la calda voce del cantante e una batteria martellante in “slow” per imprimere al pubblico la potenza del loro stile musicale. Non a caso i Laederbraun fino ad oggi hanno già avuto una fetta di pubblico che li acclama e parla bene della loro musica. Ma, tornando alle canzoni di “Dies Irae”, degna di nota è la prima track, “La Fine”(originale mettere per prima una canzone con questo titolo!), che apre con la frase <Ti aiuterò a comprendere...>. Sì, la canzone ti fa entrare subito nella riflessione di un mondo che ogni giorno può finire se non impariamo ad ascoltarci e ad alzare un po’ più su lo sguardo. Si prosegue con “Il Bluff”, che ha un’intro somigliante all’acustico ma poi parte subito con il solito “piombo-metal” e con un testo lanciato contro chi ci vuole illudere. Belle sono anche le modulazioni vocali in “Live!” e in “Sacrificio”, quest’ultima più lenta delle precedenti ma non meno incisiva. Infine, i veri “passaporti” di questo album sono “Città Nera” (con un bellissimo groove metal) e l’ultima “Lotta”, uno sprono ad alzare il culo e metterci sempre la faccia. Ascoltare l’intero “Dies Irae” dei Laederbraun quindi significa soprattutto chiedergli: “Ma... quando pubblicherete il prossimo album?” Infatti, da loro esce un buon rock che li potrebbe portare ad un maggiore successo. By Claudio Papitto
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Yeah...Grazie per il commento!!
Scritto da: Blob Music Agency | 04/11/2013 a 03:32 p.
Grande band!!!!
Dal vivo poi!!!!!!
Potenza ai massimi livelli!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Scritto da: Stage Animal | 04/03/2013 a 11:50 p.